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L'albero di Pasqua è costituito da rami di melograno ì cui frutti sono elencati nella Bibbia tra: i sette prodotti agricoli della terra promessa. Nella Bibbia , il paese d'ISRAELE, ricco di colline fertili e climi variabili, produceva varietà di raccolti tra i quali 7 prodotti definiti da MOSE' " I FRUTTI DELLA TERRA PROMESSA" : frumento, orzo, viti, fichi, melograni, olivi, miele, che sono stati raffigurati su monete e francobolli locali, simbolo della fertilità del luogo.
IL frumento coltivato fin dai tempi preistorici nella pianura del bacino del fiume EUFRATE (l'attuale IRAQ ) ,circa 7500 anni prima di Cristo. I semi del frumento venivano interrati e la raccolta avveniva a Maggio, durante la Pentecoste . Ogni giorno con la macinazione si otteneva la farina necessaria per preparare il pane per la famiglia. Questo ci fa capire meglio l'esortazione di Gesù a pregare per "il nostro pane quotidiano " .
Importante era anche la coltivazione della vite, si potava, si irrigava, si vendemmiava l'uva e si faceva il vino con la pigiatura e la spremitura nel torchio. Il succo veniva fatto bollire per estrarre lo zucchero naturale o lasciato fermentare per diventare vino. Si raccoglievano anche i fichi che si seccavano al sole e si pressavano per conservarli. Nella Bibbia il fico viene citato come il primo vestito della storia: "Adamo ed Eva si vestivano di foglie di fico". Nel vecchio Testamento ,il fico viene citato come emblema di abbondanza. Platone era un grande amante di fichi e per questo motivo gli venne dato il nome di "mangiatore di fichi. Plinio sosteneva che mangiare fichi rende più forti i giovani e aiuta la salute degli anziani. I Romani consideravano sacra la pianta di fico, come la vite e l'ulivo, si dice, infatti, che in occasione delle festività di Capodanno ,come augurio di un felice e prospero anno fossero soliti regalare ai parenti ed amici,del miele e dei frutti di fico. Il quinto prodotto nominato dal DEUTERONOMIO é il melograno dal quale si estraevano i mini frutti per essere mangiati o spremuti per il succo . E' uno dei frutti portati dai 12 esploratori inviati da Mosè a esplorare la terra di Canaan .In Europa é stato portato dai Fenici. Ai tempi degli antichi romani le spose usavano adornarsi i capelli con rametti di melograno come simbolo di ricchezza e di fertilità. I pittori rinascimentali mettevano un melograno in mano a Gesù Bambino quale simbolo della nuova vita donata all'umanità. E' menzionato come motivo ornamentale nel vestiario del sommo sacerdote , inoltre nel tempio di Salomone ci sono 2 colonne decorate con questo motivo. A Gerusalemme é stato trovato come ornamento un melograno d'avorio simbolo della vita spirituale dell'antica Israele. In alcuni canti biblici viene messa in evidenza la fertilità del melograno che in ebraico ha la valenza della parola fertile. Nella liturgia ebraica in occasione della festa di Capodanno si prevede il consumo di alcuni alimenti simbolici, tra questi spicca il melograno e nella benedizione si recita: " I nostri meriti siano numerosi come i semi del melograno". Nella simbologia cristiana e cattolica il melograno rappresenta l'energia vitale , la fecondità,l'umiltà, la carità e l'unione di tutti i figli della chiesa.
L'ulivo é originario del vicino Oriente come base alimentare. Le prime piante selvatiche esistevano sull'isola di Creta nel 4000 a.C.,successivamente i Cretesi si sono specializzati nella coltivazione esportando la pianta in tutto il bacino del Mediterraneo. Numerose sono le leggende di origine greca tra le quali quella di Atena che nell'intento di benedire gli uomini piantò la sua lancia nel suolo dove crebbe il primo ramoscello d'ulivo. Un' altra parla di un ulivo raccolto ai confini del mondo da Ercole, " in quel luogo nacque il bosco, sacro a Zeus, dalle cui fronde venivano intrecciate le corone per i vincitori dei giochi olimpici". Un altro aneddoto sull' ulivo riguarda la colomba che per annunciare a Noé la fine del diluvio gli portò un ramoscello d' ulivo che teneva stretto tra le zampe. Diversi poeti hanno valorizzato l'ulivo tra i quali D' Annunzio nella poesia "La sera fiesolana" ......fratelli olivi che fan di santità pallidi i clivi..... E' una pianta sempreverde con fioritura da Maggio a Giugno alla quale segue l'allegagione (passaggio del fiore a frutto), l'accrescimento dei frutti , l'indurimento del nocciolo e in condizioni di umidità favorevoli le olive raggiungono il completo sviluppo a Settembre. Da Ottobre a Dicembre ha luogo l'invaiatura (cambiamento di colore) e la maturazione completa. Le olive sono impiegate per l'estrazione dell'olio e per l'impiego nell'alimentazione.
La parola miele sembra derivare dall'ittita "melit" . Per millenni ha rappresentato l'unico alimento zuccherino concentrato disponibile, il principale dolcificante usato dall'uomo. In Egitto il miele era apprezzato, le prime notizie risalgono a 4000 anni fa, accanto alle mummie sono state trovate delle coppe e vasi ricolmi di miele . In una tomba egizia é stato trovato un barattolo di miele vecchio di 3300 anni perfettamente commestibile. Dalla lettura dei geroglifici risulta che il miele veniva impiegato non solo ad uso alimentare ,ma anche medico :" cura dei disturbi digestivi, unguenti per piaghe e ferite". Nel codice di Hammurabi si ritrovano articoli con cui gli apicoltori erano tutelati dal furto di miele dalle arnie. IL miele immagazzinato dalle api nelle cellette dei favi viene estratto mediante centrifugazione, lasciato decantare in appositi contenitori e riportato in vasetti per poi essere consevato.
Dal libro dell’Èsodo
In quei giorni, mentre Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb.
L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava.
Mosè pensò: «Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?». Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!». E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe». Mosè allora si coprì il volto, perché aveva paura di guardare verso Dio.
Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele».
Mosè disse a Dio: «Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: “Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi”. Mi diranno: “Qual è il suo nome?”. E io che cosa risponderò loro?».
Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: “Io Sono mi ha mandato a voi”». Dio disse ancora a Mosè: «Dirai agli Israeliti: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi”. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione».
Dal libro del Deuteronòmio
Mosè parlò al popolo dicendo:
«Temi il Signore, tuo Dio, osservando per tutti i giorni della tua vita, tu, il tuo figlio e il figlio del tuo figlio, tutte le sue leggi e tutti i suoi comandi che io ti do e così si prolunghino i tuoi giorni.
Ascolta, o Israele, e bada di metterli in pratica, perché tu sia felice e diventiate molto numerosi nella terra dove scorrono latte e miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha detto.
Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze.
Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore».
Parola di Dio